San Biagio, ecco perché dobbiamo mangiare il panettone

Chocolate panettone cake served on the table,selective focus

 

La storia di San Biagio a molto a che vedere con la gola e… il panettone!

La storia di San Biagio affonda le sue radici attorno al 316, la data del suo martirio. Il suo rifiuto di rinunciare alla fede cristiana venne punito con una lunga tortura terminata con la decapitazione. Per questo motivo il 3 febbraio è usanza farsi benedire la gola, in segno di ricordo al santo ferito mortalmente da quel punto, ma anche per allontanare i malanni di stagione.

A Milano però, si parla del Miracolo di San Biagio.

Si narra infatti che una donna avesse portato a frate Desiderio il panettone, prima delle feste. Gli aveva chiesto di benedirlo così da poterlo consumare a Natale con la famiglia. Il frate, molto impegnato nei giorni di festa, le disse che lo avrebbe fatto non appena avrebbe avuto un momento libero. Ma tra una cosa e l’altra, se ne dimenticò.

Passato il Natale, pensò che anche la donna oramai se ne fosse dimenticata e iniziò a spiluccare il panettone oramai secco giorno dopo giorno. Il 3 febbraio, quando la donna andò a ritirarlo, non ne era rimasto oramai nulla. Ma quando il frate andò a prendere l’involucro oramai vuoto, si trovò di fronte al miracolo. La confezione conteneva un grande panettone freschissimo, doppio nelle dimensioni dell’altro e chiuso nello stesso involucro.
Da qui a Milano è tradizione portare a benedire il panettone avanzato dalle feste e mangiarlo per proteggersi dai malanni di stagione.
In dialetto si dice: “San Biase el benediss la gola e el nas”.
Mangiate allora il panettone avanzato a bocconi piccoli, proprio come il frate per onorare al meglio la ricorrenza del Miracolo di San Biagio.

Se vi trovate in Puglia invece, recatevi in Salento e in particolare nella zona di Nardò. Qui la festa è molto sentita e potrete assistere a bellissime celebrazioni.

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