I miei Natali passati sanno di tristezza. Ricordo a quattro anni quando Babbo Natale mi aveva portato dei libri pur essendo poverissimo (ovviamente non era lui ad esserlo) e la mia commozione e il mio pianto nel sapere che si fosse privato di qualcosa per me. Ero piccola ma certe cose purtroppo le capivo molto bene.
Poi vennero i Natali trascorsi dai nonni, con il caminetto acceso e il pranzo con la famiglia di mamma.
Quelli con il papà, da piccola, non li ricordo. Ho solo una sensazione di freddo al pensiero. Ma non era colpa sua, aveva scelto una compagna per la quale gente in casa significava moquette sporca, e il pranzo noi tre al ristorante era il massimo. Ma per un bambino non lo è… Vuol solo dire vestiti della festa e obbligo a stare seduti composti per ore a sentire discorsi nei quali non puoi intervenire.
Ci furono anche anni sereni, ma sempre con quel senso di incompletezza. Sempre con quel retrogusto di malinconia. Mancava sempre qualcosa, o qualcuno. Anche avere una famiglia mia non aveva cambiato la situazione.
Ma quest’anno… Quest’anno sono cambiate tante cose. Sono cambiata io. Ho preso il coraggio a due mani e ho cambiato la mia vita, ho lasciato una condizione sicura per l’incerto, ho finalmente deciso di non essere più amica di tutti. Adesso ho meno impegni, meno persone intorno ma ho iniziato a realizzare i miei sogni. Ho trovato il principe azzurro e trascorrerò il Natale nella casa che volevo: piena d’amore e di serenità. Con le mie bambine più serene che mai. Con un lavoro in meno (era poco, era atipico, ma era pur sempre qualcosa che mi permetteva di contribuire al bilancio famigliare) ma tanti progetti in testa. Con la voglia di fare, di amare e con la speranza… anzi no: con la certezza di un futuro migliore. Perché insieme si può, e non sono più sola.
Questo Natale a casa nostra sa di gioia.