Questo è un Natale strano. La temperatura anche qui sul mare è arrivata a toccare i livelli più bassi della scala Celsius. Nella mia città non ci sono luci e non ci sono feste. Non c’è quell’aria da attesa. Non c’è la magia. Sarà per questo che sento ancora più forte la magia che nasce nei miei desideri. Prendo un foglio e lascio scorrere la matita. Di solito disegno cuori o occhi – chissà che vorrà dire – questa volta viene fuori una nuvola. E poi ci sei tu. Ti aspetto da sempre. Ti conosco da mai. Ti penso da anni, ma ora sei più presente nella mia coscienza. Ti immagino, per ora, come se fossi materia grigia – mente e cuore – in una grande nuvola un po’ come I Cloud. Da lì mi osservi, forse un po’ impaziente, certo molto impertinente. Avrai anche tu un ciuffo di capelli ribelle? E forse quella fossetta in mezzo al mento e la pancia modello briosche rivoltata, segno distintivo della famiglia.
Ciao Amelia, quindi che facciamo? Ce lo diciamo? È arrivato il momento di farlo. E poi perché mai Amelia. E se invece dovessimo ricominciare tutto dall’inizio perché ci siamo sbagliate? E chi se ne frega. L’importante è pensare che c’è una coscienza parallela che inizia a battere all’unisono. E poi il coraggio. Ma sai che coraggio ci vuole a non scegliere? E a scegliere? Cristo santo se ci penso. Ma ho pensato, ora o mai più. Il percorso che mi aspetta non è semplice, anzi. Ma io sono convinta che fosse più complesso arrivare allo start. Subito dopo sarà un percorso in discesa. Come quando mi lanciavo sulle piste seguendo mio padre. Di lui mi fidavo, mi fido. Oggi mi fido di te. Non fidarti degli sconosciuti! Come diavolo devo dirtelo! Ma tu sei me nei miei sogni, quindi non sei proprio sconosciuta. Sei un diario segreto. O un’amica segreta. Ci dobbiamo dire tutto, sai? Ma forse basterà uno sguardo. Con mia madre succede così. Sì però non mi escludere mai dalla tua vita. Non ti crogiolare nella solitudine. O magari lo facciamo insieme. Un uomo forse non ci sarà nella nostra vita. Tanto tranquilla è come se non ci fossero. Però ti voglio dare una bella notizia, un papà ce l’avrai, ma sarà un segreto. Ci tocca un viaggio lungo però, andremo a Barcellona. Olè! Si ma niente paella. Andiamo lì perché ci saranno delle persone buone che ci aiuteranno a farti arrivare. Non aver paura. È che in Italia, sì in vivo proprio in questo Paese straordinario, ci sono tante persone buone ma sono un po’ ipocrite. No, forse più bigotte che ipocrite. Sarà colpa della Chiesa. Madonna santa, che noia però. Che male c’è se vogliamo innescare amore. Lui è figo ed è simpatico. È il mio migliore amico. Non strabuzzare gli occhi. Certo che non ci vado a letto, ma sei scema??? Ma lui vuole essere al mio fianco in questo progetto d’amore fondato sulla stima e sull’amicizia vera. Un progetto che porta il nome, Amelia. Come mia nonna. A me non lo hanno voluto dare quel nome. “Tua nonna era tremenda, troppo indipendente. Era forte”. Mi raccontavano. Mi sa che io son peggio di lei. Ma Amelia è anche Amèlie, quella del film con tutto il suo carico di sogni. Un po’ come me, insomma. Io il mio carico di sogni, una valigia di coraggio e una voglia di vivere. Ci aspetta un anno impegnativo, ma siamo guerriere. Intanto ti vedo appollaiata lì. Ci vediamo. Forse. Presto. Non so.